"Sirens", il dramma sociale al vetriolo targato Netflix
Lotta di classe, potere e sorellanza con un cast da urlo
Tra gli autori italiani di area crime, Maurizio De Giovanni è senza alcun dubbio quello che vanta il maggior numero di serie TV tratte dalle proprie opere. Dopo I bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre e Il Commissario Ricciardi, è infatti ora il turno di Sara - La donna nell'ombra, adattamento (su Netflix dallo scorso 3 giugno) della saga letteraria che ha, come protagonista, una tormentata ex agente dei Servizi Segreti il cui nome dà il titolo all'opera. A interpretarla Teresa Saponangelo, attrice di esperienza pluriennale resa celebre dalla sua partecipazione a È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, qui al suo primo ruolo da protagonista in TV.
La trama di Sara - La donna nell’ombra conquista fin dai primi minuti: avvolgente e ben costruita, riesce a tenere alta l’attenzione per tutti e sei gli episodi, ciascuno della durata di circa un’ora. Sessanta minuti che scorrono senza peso, mentre il passato e il presente della protagonista, Sara Morozzi, si intrecciano in un racconto dal fascino ipnotico, difficile da abbandonare.
Teresa Saponangelo, volto noto del cinema e della televisione italiana, conferma ancora una volta la sua statura d’interprete. Look trasandato, capelli grigi e abiti scelti più per necessità che per stile, l’attrice sembra muoversi in perfetta sintonia con il suo personaggio. Il non detto, gli sguardi, i gesti misurati: ogni dettaglio è calibrato con cura, rivelando un controllo scenico che trasforma l’essenziale in espressivo. Sara è una donna complessa, segnata da decisioni controverse, spesso incomprensibili agli altri. Le sue scelte l’hanno resa distante, quasi impenetrabile. Ha vissuto un amore totalizzante, che l’ha consumata fino a lasciarla svuotata. Ma possiede un talento raro: la capacità di leggere le persone. Osserva posture, coglie tic, decifra labiali. È attraverso questa sensibilità silenziosa che smaschera chi ha davanti, facendo della discrezione la sua arma più potente.
La serie si apre con un evento dal forte impatto emotivo: la morte improvvisa di Giorgio, il figlio di Sara Morozzi. Un caso che sembra toccarla nel profondo, e che presto si rivelerà solo l’inizio di un’indagine ben più ampia e intricata. Sara viene trascinata di nuovo nel suo passato, costretta a fare i conti con ricordi mai del tutto sopiti e a confrontarsi con figure che hanno segnato la sua vita, tra cui spicca Teresa, interpretata da una sorprendente Claudia Gerini. Con la sua interpretazione solida e sfaccettata, la Gerini restituisce al pubblico il ritratto di una donna temprata dal potere ma fragile nel privato. Tra lei e Sara si crea un rapporto profondo: si spalleggiano, si sfidano, si oppongono. Ma sanno di potersi salvare solo insieme.
A supportare Sara nelle sue indagini non ufficiali – e, va detto, non proprio con il suo consenso – c’è l’ispettore Pardo, un personaggio burbero e inquieto, segnato da delusioni personali e professionali. Ha il volto di Flavio Furno, finalmente in un ruolo da protagonista. E non delude. L’attore si muove con naturalezza tra i registri emotivi, regalando al suo Pardo un’umanità autentica e un’ironia che alleggerisce, senza sminuirlo, il tono cupo del racconto. Il suo contrappunto con la più schiva e rigida Sara funziona alla perfezione: i due danno vita a una coppia scenica ben calibrata, capace di alternare tensione e complicità con equilibrio.
Perché fermarsi qui? Sfrutta al meglio il tuo tempo libero con KuriU, il social che ti ispira – scarica ora l'app!