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Tra rivelazioni sconvolgenti, sacrifici e una rivolta imminente: il finale della serie con Can Yaman

Il 2025 si conferma un anno d’oro per le serie TV, tra produzioni ambiziose, miniserie intense e racconti capaci di catturare lo spettatore fin dal primo episodio. La redazione di Kuriuland ha selezionato alcune delle uscite più interessanti e imperdibili, che spaziano dal dramma familiare alla satira politica, dall’azione mozzafiato alle riflessioni più intime sull’animo umano. Se durante le feste o nel nuovo anno vuoi gustare storie che emozionano, fanno riflettere o semplicemente intrattengono con stile e intelligenza, queste serie sono quelle da segnare subito in agenda.
Di seguito ti consigliamo alcune serie tv che secondo noi vale la pena recuperare se non le avete ancora viste, a parte ovviamente il fenomeno Stranger Things su Netflix di cui è uscita al momento solo il Vol. 1 e ci riserviamo di consigliarla poi tutta quando finirà nel 2026.
Vince Gilligan reinventa la fantascienza televisiva con una premessa tanto originale quanto inquietante: un virus alieno contagia quasi tutta l’umanità, generando una sorta di felicità collettiva priva di conflitti. Solo pochi individui restano immuni, costretti a confrontarsi con il valore dell’individualità e la complessità delle emozioni umane. La serie vede protagonista la straordinaria Rhea Seehorn, già nota per Better Call Saul, e unisce dramma, tensione psicologica e satira esistenziale. Attraverso una storia avvincente, lo show invita a riflettere sui paradossi della libertà, del conformismo e della coscienza in un mondo apparentemente perfetto.

The Pitt raccoglie l’eredità di E.R. e la rinnova senza cadere nella nostalgia fine a se stessa, trasformando il medical drama in un racconto iperrealista, intenso e profondamente umano. Noah Wyle torna nel pronto soccorso, questa volta nei panni di un primario disilluso, mentre la serie mostra il lavoro medico come una vera e propria battaglia quotidiana fatta di scelte impossibili, corpi da salvare, stanchezza estrema e pesanti responsabilità morali. Girata quasi in tempo reale, la serie elimina ogni forma di eroismo e concentra l’attenzione sull’urgenza, sul caos e sulla fragilità di chi cerca di salvare vite, mentre la propria sembra frantumarsi.
Adolescence, la miniserie Netflix del 2025, è un racconto intenso, coraggioso e commovente su quanto sia difficile essere genitori oggi. Ideata, scritta e interpretata da uno straordinario Stephen Graham, la serie di quattro episodi ci regala una delle sue migliori performance di sempre. La trama ruota attorno a una famiglia sconvolta dall’improvvisa accusa di omicidio rivolta al tredicenne Jamie, un evento che spezza l’equilibrio familiare e costringe i genitori a confrontarsi con l’inaccettabile: accettare che il loro bambino possa essere un assassino.
Così, Adolescence si trasforma da ritratto di solitudini post-apocalittiche a riflessione sulla vendetta, sull’odio che si autoalimenta e sulle difficili dinamiche familiari in situazioni estreme. Una piccola, potente opera d’arte che conferma Stephen Graham come uno dei più grandi interpreti contemporanei e consolida la serie tra le migliori di Netflix del 2025.

La seconda stagione della serie ispirata all'omonimo videogioco cambia radicalmente registro, esplorando temi profondi come la violenza che genera altra violenza e le radici del trauma, bilanciando spettacolari scene d’azione con momenti di intensa introspezione emotiva. Una morte scioccante segna un punto di svolta, ridefinendo l’asse emotivo dell’intera storia. La serie con Pedro Pascal protagonista, si distacca dal semplice ritratto di due solitudini che si incontrano in una post-apocalisse priva di umanità, trasformandosi in una riflessione sull’inutilità della vendetta e sulle conseguenze di un odio che si autoalimenta.
Questa volta il disastro arriva in Thailandia, con una location che accentua in modo ancora più caustico il contrasto tra lo scenario paradisiaco e lo spirito sbruffone e capitalisticamente esibizionistico dei soliti ricchi in vacanza. Mike White firma un altro brillante capitolo della sua commedia (dis)umana: il resort diventa specchio delle anime dei suoi ospiti, tra ossessioni, privilegi freddi e la cosiddetta “holistic guilt”. Il cast, da Walton Goggins a Carrie Coon, regala dialoghi taglienti e momenti di grande intensità. Una satira quotidiana con tocchi noir, un nuovo tassello fondamentale del mosaico lotusiano, e senza dubbio la stagione più contemplativa finora.

Adattamento del romanzo Premio Strega di Antonio Scurati, M – Il figlio del secolo va ben oltre la semplice origin story del fascismo. Luca Marinelli interpreta Mussolini con una presenza magnetica e brutale, capace di tagliare la quarta parete come un direttore d’orchestra che ci svela il dietro le quinte della Storia. Non è un biopic tradizionale, ma un’immersione nell’inconscio di un’epoca-labirinto. Un esperimento di narrazione “pop-politica” che ci ammalia, ci colpisce e azzera la distanza tra pubblico e potere. Al culmine la storia non resta confinata al passato: la banalità del male diventa un flusso diretto, quasi in streaming, che parla al presente.
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