Immaginate di essere un ragazzino degli anni 80, avete appena finito di fare i compiti e finalmente potete fare merenda davanti la TV. Appena l’accendete, ecco apparire robot giganti, un gatto spaziale goloso di merendine e un’orfanella dai codini biondi. Quei cartoni animati, così diversi da tutto ciò che avevate visto fino a quel momento, provenivano dal Giappone e avrebbero segnato per sempre l’infanzia di un’intera generazione. Gli anime giapponesi (non chiamateli cartoni, per carità) sbarcarono in Italia tra la fine degli anni '70 e l’inizio degli anni '80, conquistando immediatamente bambini e adolescenti grazie a quelle storie così avvincenti (a volte anche assurde), alle loro ambientazioni lontane e, ovviamente, a tutti quei personaggi indimenticabili.
Oggi, il fascino degli anime giapponesi non si è affatto spento - anzi, è più vivo che mai, tanto che molte produzioni hanno deciso di riportarli in vita con remake e adattamenti moderni. Forti delle nuove tecnologie digitali e della possibilità di raccontare storie senza le censure del passato, questi revival sono attesissimi dai millennial e dalle nuove generazioni.
Questi sono i quattro grandi ritorni che, in uscita nei prossimi mesi, si preparano a conquistare i nostalgici e a sedurre i nuovi spettatori.
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Il cagnolino più tenero degli anime giapponesi torna sul grande schermo. Tratto dal manga del 1979 e dalla celebre serie anime, Hello! Spank ha segnato un’epoca con le sue avventure divertenti. La storia ruota attorno alla tredicenne Aiko, che, dopo essersi trasferita sulla costa per vivere con lo zio, trova conforto nel buffo e dolcissimo Spank, un cane che si comporta come un essere umano in tutto e per tutto: si veste, cammina su due zampe, mangia a tavola usando le posate e anche se non parla si fa capire con versi, gesti e alcune parole.
Il film Le pene d’amore di Spank è una vera chicca: prodotto originariamente nel 1982 da Yamato Video ma mai proiettato, arriva quest’anno finalmente nelle sale. Il lungometraggio esplora la prima cotta di Spank per la cagnetta Anna, parallela all’amicizia tra Aiko e Sho, un nuovo compagno di classe destinato a trasferirsi in America. Un mix di emozioni, risate e nostalgia che farà innamorare di nuovo chi ha sempre amato questo tenero cagnolino con gli occhioni a forma di cuore.
Chioma bionda, bellissime uniformi e un forte senso di giustizia e del dovere, Oscar François de Jarjayes, la nostra eroina di infanzia, cresciuta come un uomo per servire come comandante della guardia reale. Il nuovo film La Rosa di Versailles, ripropone la storia che tutti conosciamo e amiamo, esplorando in profondità i temi di identità di genere, potere e rivoluzione. Per chi ha amato il manga e le sue precedenti trasposizioni, questo film rappresenta un'opportunità unica di vedere i personaggi amati sotto una nuova luce, con una qualità visiva e una profondità emotiva arricchite dalla moderna animazione.
Oltre alla leggendaria Oscar, ritroveremo Maria Antonietta, il conte Fersen e André Grandier, sullo sfondo di una Parigi sull’orlo della rivoluzione divisa tra lusso sfrenato e povertà estrema. Non mancheranno altri personaggi noti dell’anime, come Jeanne Valois, nobildonna e truffatrice, la Contessa Du Barry, favorita del Re e odiata da Maria Antonietta e la Duchessa di Polignac, amica della regina e arrampicatrice sociale. Per vedere se il film è riuscito nell’intento di essere più contemporaneo senza tradire lo stile e lo spirito dell’originale, non ci resta che attendere l’arrivo in sala nella primavera 2025.
“Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso…” Basta leggere queste parole per sentire subito la sigla risuonare nella testa. Kiss Me Licia, tratto dal manga Aishite Knight, è stato un fenomeno in Italia, grazie anche alle sue indimenticabili canzoni.
Oggi, la magia continua con un musical scritto e diretto da Thomas Centaro, che riporta in scena la love story tra la giovane Licia, studentessa e cameriera del Mambo, e Mirko, il cantante dei Bee Hive. Una favola moderna a tempo di rock ’n’ roll che chiunque sia cresciuto negli anni ’80 conosce e ricorda.
È impossibile parlare di Kiss Me Licia senza citare i Bee Hive. La colonna sonora, infatti, oltre a riproporre gli immortali successi tratti dalla serie animata come Lonely Boy, Fire, Baby I love you, e l’indimenticabile Free Way, è stata integrata con una selezione di brani d’oro degli anni Ottanta che includono: Spandau Ballet, Europe, Bon Jovi, Queen, Wham, Madonna, Cyndi Lauper, Samantha Fox, Billy Joel, Blondie, Culture Club, Nikka Costa, Spagna, Bonnie Tyler e di molti altri.
Era il 1985 quando per la prima volta facevano la loro comparsa nella tv italiana “tre ragazze bellissime, tre sorelle furbissime”, ovvero le tre ladre dell’anime Occhi di Gatto che sta per tornare in una nuova veste grazie a una serie tv live action.
La nuova versione di Occhi di Gatto è una continuazione della storia originale. L’azione però non si svolge più a Tokyo negli anni ‘80, bensì nella Parigi di oggi. Nella nuova serie, Tam, Sylia e Alexia (Sheila, Kelly e Tati nella versione italiana) si riuniscono dopo anni di separazione per svelare il mistero della morte del padre, avvenuta in circostanze sospette. Quando un’opera d’arte legata alla loro famiglia riemerge in una mostra alla Tour Eiffel, le sorelle decidono di rubarla, dando il via a una nuova avventura mozzafiato. Tra colpi di scena, inseguimenti e la storica love story tra Tam e il poliziotto Quentin, questa serie promette azione, adrenalina e nostalgia.
Prodotta da Big Band Story in collaborazione con Prime Video, Occhi di Gatto sarà composta da 8 episodi da 50 minuti e arriverà in Italia entro il 2025.
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Che si parli di cartoni animati o di anime giapponesi, ogni volta che un classico dell’infanzia viene riproposto in una nuova veste, c’è sempre chi teme che il ricordo originale venga “rovinato”. Ma il vero scopo di questi remake non è solo giocare con il fattore nostalgia: è far conoscere queste storie a una nuova generazione, abituata a un’estetica e a una narrazione più moderne.
Che ci piaccia o no, il tempo passa e le produzioni si evolvono. E allora, perché non cogliere l’occasione per riscoprire questi capolavori e condividerli con chi non li ha mai visti? In fondo, gli anime giapponesi degli anni '80 non sono solo un ricordo: sono un pezzo di cultura pop immortale.
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