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Da una parte il caldo, la volontà di staccare e di rilassarsi un po' in vacanza; dall'altra l'urgenza di non perdere la forma fisica, di smaltire un'abbuffata di troppo o anche solo il desiderio di migliorare l'umore stimolando la produzione di endorfine e serotonina.
È soprattutto d'estate che la corsa lenta trova più adepti, tra i runner più esperti lontani dalle competizioni ma anche tra i podisti "della domenica", coloro i quali corrono senza ambizioni particolari, solo per l'effetto antistress o per perdere qualche chilo.
Perché rallentare, correre senza sfinirsi mantenendo un passo lento, stare e rimanere in "Zona 2", come dicono i più navigati, apporta molti benefici ed è utile per vari motivi. Perché l'idea che lo sport sia fatica, sudore e record da battere è ancora oggi dominante; ma è anche molto altro.
No, non servono necessariamente smartwatch, cronometri, cardiofrequenzimetri, misuratori di potenza o altri ammennicoli vari per capire se si sta facendo una vera "corsa lenta", non troppo lenta né troppo veloce. Ci si può regolare in altri modi. Per esempio usando la scala del tasso di sforzo percepito (RPE): va da 0 a 10, dove lo 0 corrisponde a nessuno sforzo e 10 allo sforzo massimo. Per "corsa lenta" ci si riferisce tendenzialmente a uno sforzo stimato tra 4 e 5.
Un altro modo per capire se il ritmo è quello giusto è provare a tenere una conversazione con un compagno di allenamento, oppure cantare una canzone. Se ci riuscite senza ansimare e senza andare in debito di ossigeno vuol dire che vi state allenando nel modo giusto: siete nella famosa "zona 2" (di 5).
È la zona aerobica per eccellenza alla cui intensità si massimizza il condizionamento cardiovascolare e si bruciano principalmente i grassi come fonte di energia. Il cuore batte tra il 60% e il 70% della frequenza cardiaca massima, e quindi non si soffre, si fa poca fatica (soprattutto nelle corse brevi), ci si potrebbe perfino annoiare. E sì, è molto probabile veniate superati da altri runner dal passo più spedito.
Ma correre piano non è una vergogna. È anzi una scelta consapevole e intelligente che ha molti benefici significativi e documentati. Come anticipato, è la zona di allenamento in cui si utilizzano di più i grassi come carburante, fonte di energia che permette di correre a lungo (e di dimagrire). Migliora la capacità aerobica, l'efficienza metabolica e incrementa anche il numero e la dimensione dei mitocondri.
Ma la corsa lenta è utile anche per recuperare meglio gli allenamenti più intensi e, in periodi come questi, in cui il caldo rende più difficoltosi gli sforzi massimi, è sostanzialmente ideale per ragioni anche slegate ai soli adattamenti fisiologici. Perché è gestibile anche quando le temperature superano i 30°, permette di guardarsi intorno più facilmente e di godersi il posto, magari nuovo perché, appunto, ci si trova in vacanza.
Nonostante lo sforzo limitato, contribuisce comunque a ridurre lo stress e i livelli di cortisolo, stimola la produzione di endorfine e serotonina, e più in generale, aiuta a sentirsi meglio sia fisicamente che mentalmente. Perché correndo lentamente invece di spingere al massimo il proprio corpo lo si ascolta, come in una sorta di meditazione in movimento.
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