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Sono passati 15 anni dalla nascita di Instagram, il primo social network pensato primariamente per i dispositivi mobili, soprattutto perché più giovane rispetto a Twitter/X e Facebook, nati rispettivamente circa quattro e sei anni prima, quando gli smartphone e i tablet erano ancora una rarità. La loro centralità nella realizzazione e facilità di condivisione delle foto contribuì a un successo che ha plasmato l'intero settore dei social, sottraendo buona parte del traffico a quei primi vecchi pilastri e cedendo solo un po' il passo negli ultimi anni a TikTok. Per questi primi quindici anni di vita, ripercorriamo brevemente la storia di Instagram.
Correva l'anno 2010 quando Kevin Systrom, il fondatore di Instagram, pubblicò una foto del suo cane. Una foto fatta con uno smartphone dell'epoca, foto che non aveva niente di bello o particolare, a parte una tinta giallognola resa da un filtro. Una foto diventata poi celebre perché fu la prima a essere pubblicata su Instagram dal rilascio della prima versione pubblica dell'app per iPhone, risalente al 6 ottobre di quell'anno.
Systrom la chiamò Burbn, applicazione che nasceva come uno strumento simile a Foursquare con cui cercare posti in cui mangiare e monumenti da visitare. Il fatto che i primi utenti dell'app sembravano interessati più che altro a condividere foto, complice anche l'inizio della grande diffusione degli smartphone, cambiò le cose nei piani della start-up. Con il cambio di nome da Burbn a Instagram, l'app prese così le distanze da Foursquare.
All'epoca Facebook e Twitter già permettevano di condividere foto e immagini, ma non era certo la funzione centrale su cui si basavano. A differenza di Instagram che, oltre a essere focalizzata proprio sulle immagini e oltre a essere un'app nativa per smartphone, permetteva di modificarle prima di condividerle. Come? Con uno dei filtri disponibili, usati già dal fondatore per la foto menzionata, una delle chiavi del successo di Instagram con cui gli utenti potevano e possono ancora abbellire e rendere più suggestive le loro foto.
Già nel 2012, quando uscì Instagram per smartphone Android, l'app venne scaricata da più di un milione di persone in 24 ore. 6 giorni dopo, il 9 aprile 2012, venne comprata da Facebook (oggi Meta) per un miliardo di dollari.
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Con l'acquisizione da parte di Facebook, Instagram continuò a crescere sia per numero di utenti, ma anche per numero di funzioni. Già a giugno 2012 venne introdotta la sezione Esplora, sede in cui vedere contenuti pubblici selezionati da un algoritmo in base agli interessi e alle attività degli utenti. L'anno seguente arrivarono poi i messaggi diretti e i filmati brevi, una delle novità più importanti per la piattaforma nonché anticipatrice dei Reels, video verticali rilasciati nel 2020, tipologia di contenuto diventato fondamentale soprattutto nell'era di TikTok.
Nel mentre, un altro momento cruciale nella storia di Instagram fu l'introduzione nel 2016 dei contenuti che si cancellano dopo 24 ore, mutuati da Snapchat, ovvero le Storie. Arrivarono poi l'anno successivo i caroselli, Adam Mosseri a capo di Instagram al posto dei co-fondatori Mike Krieger e Kevin Systrom nel 2018, gli aggiornamenti testuali delle Note e, nel 2023, Threads, una sorta di alternativa a Twitter sotto forma di app separata ma collegata a Instagram.
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L'Instagram di oggi è tutt'altra cosa rispetto al mero "social delle immagini" che fu un tempo e per cui divenne popolarissimo nello scorso decennio, sapendo trasformarsi adattandosi ai tempi, pur senza snaturarsi eccessivamente. Un social che a oggi conta 3 miliardi di utenti attivi al mese e che, all'alba dei suoi primi 15 anni, può festeggiare e continuare a cavalcare l'onda lunga di un successo minato solo in parte da TikTok.
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