DeepSeek, che cos’è e come funziona
L'IA orientale che sfida i colossi americani bannata in Italia
Molti se ne saranno accorti: da qualche tempo su WhatsApp è comparso un nuovo pulsante circolare. Si tratta del nuovissimo assistente virtuale sviluppato da Meta, pensato per supportare l’utente con una serie di richieste, come domande, chiarimenti e, in particolare, aiuto nella scrittura. L’introduzione dell’icona, colorata e animata, ha tuttavia suscitato più di una perplessità, soprattutto per la sua “invasività” rispetto all’interfaccia dell’app di messaggistica istantanea più scaricata al mondo. Infatti, se su Facebook e Instagram, dove pure è presente, la chatbot risulta più discreta, su WhatsApp ha creato qualche disagio, motivo per cui, dal suo battesimo, si sono moltiplicate le ricerche in rete per capire come rimuoverla. Il punto è che, semplicemente, non si può, per cui può essere utile cercare di comprendere a cosa serve realmente e come funziona, così da poter sfruttare Meta AI su WhatsApp al meglio.
L’ultima arrivata in casa Meta, presentata a settembre 2023 e sbarcata in Italia ad aprile 2025, basa il suo funzionamento sul modello AI Llama 3.2, una tecnologia open source progettata per migliorare l'interazione con l’utente attraverso il linguaggio naturale. E quindi, a conti fatti, a cosa serve Meta AI su WhatsApp? In realtà, similmente a quanto già avviene con ChatGPT, per esempio, questa tecnologia può generare o modificare testi, dare suggerimenti di natura stilistica o grammaticale, riscrivere secondo indicazioni, tradurre, fare ricerche avanzate e, in più, offrire risultati rispetto a una vasta gamma di contenuti presenti sulle piattaforme di proprietà della compagnia statunitense. Come? Basta toccare il pulsante e avviare la chat: su WhatsApp, di fatto, Meta AI assume la fisionomia di un qualunque altro contatto.
Una delle funzioni più utili che si possono sfruttare è l'integrazione di Meta AI in una chat di gruppo, date le sue avanzate capacità di moderazione. Per farlo, è sufficiente digitare "@MetaAI", attribuire all’IA il ruolo di amministratore e configurare le impostazioni: a questo punto, non rimane che attivarla con una domanda o un prompt. In qualità di prezioso assistente, il bot potrà riassumere discussioni (assai comodo quanto si rimane indietro con i messaggi), ricercare documenti, rispondere a richieste veloci e persino gestire i partecipanti quando qualcuno si comporta in modo inappropriato. Secondo i primi feedback degli utenti, la moderazione di Meta AI sembra essere molto efficace nel mantenere le conversazioni online rispettose e produttive. Tuttavia, la funzione potrebbe non essere ancora stabile e potrebbe non essere disponibile per tutti.
Insomma, sebbene sia ancora in fase di perfezionamento e non abbia ancora una forma definitiva, Meta AI sembra avere tutte le carte in regola per semplificarci la vita. Ma non è tutto, perché Meta sta espandendo queste funzionalità anche nelle altre sue piattaforme: una delle ultime novità riguarda infatti l'integrazione del tasto Meta AI nell'area messaggi di Instagram, sia su iOS che su Android, anche in Italia. Un'aggiunta che consente di fare ricerche tra le chat con gli amici, trovare informazioni aggiuntive e generare contenuti testuali. In futuro, Meta promette la possibilità di creare immagini e perfino disegni. Tuttavia, secondo alcune indiscrezioni, l’azienda di Mark Zuckerberg punta ancora più in alto: l’idea è quella di lanciare un'app autonoma per il suo servizio di intelligenza artificiale, cioè Meta AI, durante l'estate. In breve, una sfida aperta ai concorrenti, OpenAI e Alphabet in testa, per il dominio del campo tecnologico. Non resta che aspettare.
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