Le insolite regole per limitare l'overtourism
Misure adottate dalle mete più gettonate per far fronte al turismo di massa
Pongamos limites al turismo. Poniamo limiti al turismo, questa la frase che campeggia sui cartelloni dei manifestanti che da qualche mese, ormai, stanno riempiendo le piazze di Barcellona. A mobilitare la cittadinanza catalana è un problema che intacca il benessere abitativo: il turismo invasivo e incontrollato, di cui la città è una delle principali vittime. Stiamo parlando del fenomeno dell’overtourism, il turismo di massa non sostenibile che consuma le città, con conseguenze di ampio peso sulla qualità della vita. A Barcellona l’insostenibilità del fenomeno risiede principalmente nell’aumento del caro-vita e nell’impatto negativo sul diritto alla casa. Gran parte dei residenti è sostanzialmente forzata all’espulsione dalla città, a causa dei prezzi spropositati del mercato immobiliare, con crescita dei costi degli affitti del 68% e degli acquisti del 38% solo negli ultimi 10 anni, e conseguente spersonalizzazione dei quartieri, che gradualmente sono diventati quartieri-cartolina. Il centro storico, in particolar modo la zona del Barri Gòtic, ha perso la sua autenticità, trasformandosi in un parco giochi per turisti. La città, inoltre, non è in grado di fornire servizi per un quantitativo di persone così elevato, da cui i mezzi di trasporto che strabordano, le linee di comunicazione congestionate, la gestione dei rifiuti non idonea e i continui disservizi, nemici della sostenibilità ambientale, oltre che abitativa. La questione, inoltre, è acuita da un gap tra turista e residente difficile da smarcare. Chi viaggia non è in realtà consapevole della creazione di tali disservizi, proprio per la natura stessa del viaggio: il turista vive inevitabilmente la città in modo differente dall’abitante locale e incrina, inconsapevolmente, il benessere abitativo.
La questione è emersa recentemente a causa del raggiungimento di una soglia insostenibile, ma ha radici più lontane. Il sovraffollamento turistico di Barcellona è iniziato con le Olimpiadi 1992, quando con i lavori di rinnovamento urbanistico e la presenza di un evento catalizzatore di tale portata sono aumentate sia la promozione turistica che, conseguentemente, le persone desiderose di scoprire la città. I lavori per le Olimpiadi 1992 hanno completamente ridisegnato la città, con la creazione di alcune aree ad hoc per un turismo di massa votato al divertimento. Dopo il Covid-19, la situazione è sfuggita di mano. Da un lato, durante le misure di contenimento della pandemia, la popolazione si era ritrovata a sperimentare una città svuotata, senza turisti, che funzionava meglio e in cui i servizi erano adeguati per il numero di persone. Dall’altro lato, il turismo post pandemico ha cambiato volto: la cosiddetta FOMO, la paura di essere privati delle esperienze, è esplosa dopo il Covid-19 e sempre più persone si sono ritrovate a viaggiare più di quanto facevano in precedenza, in una forma di revenge tourism. La differenza nel post-pandemia è stata lampante, al punto che per i residenti è stata più significativa la rinnovata presenza che l’assenza che l’aveva preceduta. A luglio 2024, sono esplose le proteste per l’overtourism, al grido di Tourist go home, you are not welcome.
Anche altre località spagnole stanno lamentando la stessa problematica: da Malaga a Cadice fino alle Isole Canarie, che nel 2023 hanno registrato un flusso di 13,9 milioni di turisti su 2,2 di residenti. La questione, però, è molto complicata. L’economia di Barcellona si regge sul turismo, che apporta il 14% del PIL e fornisce 150 mila posti di lavoro. Barcellona si sta ergendo a esempio nella ricerca di soluzioni per sostenere al contempo economia, turisti e popolazione residente. L'amministrazione cittadina ha già individuato alcune misure da applicare per cercare di invertire il trend e convertire l’overtourism in turismo responsabile e sostenibile. Tra questi, l’aumento della tassa di soggiorno negli alloggi turistici, dagli hotel alle crociere, che con soggiorni di 12 ore sono la principale fonte di overtourism; all’approvazione manca solo il nulla osta del governo della Generalitat, ma si prevede l’attuazione a partire da settembre/ottobre 2024. La misura che potrebbe avere maggiori riscontri, però, è quella relativa alle licenze. Il sindaco Collboni ha annunciato che entro il 2028 ritireranno oltre 10 mila licenze per abitazioni adibite ad affitti turistici a breve termine. Barcellona sta aspirando a diventare il laboratorio per elaborare un nuovo modo più consapevole e sostenibile di viaggiare. Il mondo intero sta a guardare.