orrori in cucina
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Piatti che fanno rabbrividire gli italiani all'estero

Dai sandwich di spaghetti al vino solubile
A cura di Silvia Bartolomei
Articolo pubblicato il:
7 Aprile 2025

Sinonimo di eccellenza, la cucina italiana all’estero è da sempre ammirata e imitata. Talvolta, va detto, il tentativo di replicare alcune ricette iconiche del Bel Paese non avviene esattamente in maniera brillante, anzi: non è raro si verifichino preoccupanti – almeno ai nostri occhi – stravolgimenti. Lo stravolgimento dei piatti italiani all'estero, però, non riguarda soltanto il prodotto finale, ma comincia già dalle materie prime.

Per avere una panoramica più ampia bisogna perciò partire da dove tutto ha inizio: il supermercato. D'altronde, girare per i supermercati all’estero è un modo per avere un contatto più intimo con le comunità locali e quale modo migliore di capire la cultura di un Paese se non attraverso ciò che mangiano i suoi abitanti? Il punto è che, tra gli ingredienti tipici del territorio di riferimento, con la complicità della globalizzazione, sono ormai sempre più presenti cibi provenienti da ogni parte del mondo, ma a mancare, in questa sorta di melting pot culinario, è spesso l'autenticità. Ci si ritrova davanti, tra le corsie dei vari reparti, piatti già pronti che promettono di restituire il gusto di un Paese, ma che, in realtà, altro non sono che pallide imitazioni o, peggio, veri e proprio orrori culinari. Eccone una rassegna.

Dalle false etichette made in Italy agli orrori culinari

Trovare i piatti italiani all'estero nei supermercati
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Quante volte vi sarà capitato di passeggiare tranquilli in un supermercato estero e rimanere quasi pietrificati nel vedere come uno dei piatti tipici italiani o magari proprio il vostro piatto preferito è stato totalmente stravolto? Certo, i motivi per i quali un italiano può rabbrividire in un supermercato all’estero sono molteplici: etichette ingannevoli, prezzi spropositati per prodotti italiani, ma, in cima alla lista, figurano soprattutto le già citate pessime imitazioni.

Italian sounding

Il parmigiano, tra i simboli della cucina italiana
orrori in cucina_shutterstock_Nitr

Con la dicitura "Italian sounding”, possiamo raggruppare tutti quei prodotti che attraverso immagini, denominazioni geografiche o marchi ricordano l’Italia anche se poi d’italiano non hanno nulla. Pensate alla zottarella tedesca, l'alter ego della nostra pregiatissima mozzarella, o al Dobro salama Napoli, realizzato in Croazia. Tutti questi prodotti oltre ad andare a ledere l’immagine del prodotto di qualità made in Italy hanno un gusto totalmente lontano dalle nostre eccellenze.

Bersaglio dell’Italian sounding sono anche le bibite: per fare solo un esempio, il nostro amato vino Chianti, in Cina, viene riproposto con uve decisamente diverse da quelle del Bel Paese, ma con nomenclatura che rimanda allo Stivale.

Le riproduzioni dei piatti italiani mal riuscite all'estero

Orrori in cucina, le rivisitazioni dei piatti italiani all'estero
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Arriviamo agli orrori in cucina. All’estero gli esempi sono moltissimi (uno più spaventoso dell’altro).

Al primo posto inseriamo un piatto tipico della cucina romana: la pasta alla carbonara. Da Londra a Pechino, passando per Berlino, troverete lei, la famosissima carbonara in lattina. Lo sappiamo, un vero colpo al cuore, soprattutto per i romani, ma una vera bontà per gli stranieri. Pensate alla carbonara proposta da Heinz, andata virale l’anno scorso in Inghilterra, dalla consistenza zupposa, priva di uova, sostituite da una crema realizzata con latte in polvere, farina di mais, addensanti e pancetta. E, ovviamente, accompagnata dagli immancabili spaghetti spezzati.

Ma, siccome al peggio non c'è mai fine, troverete anche ravioli al burro dal sapore industriale, ovviamente stracotti, e un'invitante pasta al ragù bolognese con spaghetti, parmesan, piselli, acciughe, funghi e chi più ne ha più ne metta. A Tokyo, invece, si sbizzarriscono proponendo gli spaghetti addirittura come condimento dei sandwich.

Passando ai formaggi, ritroviamo il famoso parmesan, un formaggio che non ha nulla del nostro parmigiano, ma possiede la stessa forma, da cui il nome.

Arriviamo a lei, il simbolo incontrastato d’Italianità: la pizza. Al banco frigo di ogni buon supermercato estero potrete gustare, per citare alcuni cavalli da battaglia, pizza con base di pasta sfoglia, ketchup e formaggio, o pizza con concentrato di pomodoro, salame e formaggio. L'ananas, con questi presupposti, non sembra più così male.

Perché non concludere in bellezza questo articolo brindando con un buon calice di vino? Tenetevi pronti, usiamo come esempio il Chianti, preso in esame precedentemente. Pensate, in vendita nei supermercati cinesi esistono kit in polvere da sciogliere nell’acqua per poterlo realizzare comodamente a casa. Alla salute!

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Silvia Bartolomei
Redattrice

Nata a Roma, si è laureata in Turismo presso l’università La Sapienza per poi approfondire le proprie conoscenze attraverso un master in Digital
Marketing. Presenta una doppia identità: nel fine settimana è una travel addicted sempre con lo zaino in spalla mentre durante la settimana si trasforma in redattrice. Ama cucinare e cimentarsi sempre in nuove ricette. Si occupa di redigere contenuti nelle categorie Outdoor, Travel e Food&Drink. Il suo
motto? una vita in movimento.

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