Un Trofeo Matteotti 2025 che sa un po' di Giro d'Italia
Torna la storica classica abruzzese del ciclismo professionistico. I dettagli
Segnamoci questo nome: Giulio Pellizzari. È il vincitore della 17esima tappa della Vuelta a España 2025, un ciclista marchigiano che, per intelligenza tattica, caratteristiche e doti atletiche, già viene considerato la promessa italiana per i Grandi Giri, ovvero per le corse a tappe come il Giro d’Italia, la Vuelta e, perché no, il Tour de France.
Lo ha dimostrato più volte in queste ultime settimane, ma già se ne percepiva il sentore lo scorso anno al Giro di Tadej Pogačar, che nella tappa del doppio Monte Grappa lo sopraggiunse e gli fece cenno di seguirlo, un piccolo segno che in tanti videro come una sorta di prestigioso riconoscimento da parte del più forte corridore del mondo (e probabilmente di tutti i tempi).
Giulio Pellizzari è un ciclista professionista nato a San Severino il 21 novembre 2003, un ventunenne che corre per il team Red Bull-Bora-Hansgrohe. Le caratteristiche da scalatore (nel gergo ciclistico è un termine con cui ci si riferisce ai ciclisti leggeri che emergono nelle salite lunghe) erano evidenti già al Giro d'Italia 2024, dove ottenne buoni risultati con un secondo posto nella tappa di Santa Cristina Valgardena e un'ottima prestazione in quella del Monte Grappa di cui sopra.
Partito per fare da gregario di Primož Roglič al Giro d'Italia 2025 fece ancora meglio. Dopo il ritiro di quest'ultimo e, prima ancora, del suo vice Jai Hindley, Pellizzari si ritrovò con i gradi di capitano finendo per ottenere un inaspettato sesto posto nella classifica generale, confermando ancora una volta le sue doti atletiche e caratteristiche, tra cui la resistenza e il recupero necessari per affrontare (e vincere) i Grandi Giri.
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La vittoria della 17esima tappa della Vuelta a España 2025 è stata la conferma definitiva. Sul durissimo arrivo in salita dell'Alto de El Morredero è stato il primo a tagliare il traguardo giocando d'astuzia e facendo valere le sue qualità fisiche. È stata la sua prima vittoria da professionista, una vittoria di grande spessore perché arrivata alla terza settimana di una corsa dura come la Vuelta, piena di salite, e dopo un Giro d'Italia corso da protagonista (e senza la preparazione adeguata).
Ha staccato i diretti rivali nel finale, in salita, corridori del calibro di Jonas Vingegaard (vincitore di due Tour de France) e João Almeida (tra i corridori più in forma e più vincenti della stagione in corso), tra gli altri. Lo ha fatto in maniera astuta, salendo del suo passo e sfruttando il tratto finale più pedalabile per fare gap sugli altri che, complice anche il gioco di squadra con il suo sodale Jai Hindley e il forte vento che soffiava, non hanno avuto modo di rispondere e di riprenderlo.
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Un mix di intelligenza tattica e doti atletiche che, sommate a varie altre occasioni più e meno recenti, dimostrano che siamo di fronte a una promessa per i Grandi Giri. Giulio Pellizzari sarà l'erede di Vincenzo Nibali? Potrà vincere la generale di Giro d’Italia, Vuelta o Tour de France? Difficile dirlo, ma numeri e indizi del genere fanno sognare in grande.
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