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Quante sono le possibilità di imbattersi in uno squalo elefante in Italia (e soprattutto, quanto sarebbe pericoloso)? La notizia è di quelle che non passano inosservate, soprattutto ora che l'estate è alle porte. Pochi giorni fa, infatti, un enorme squalo elefante è comparso nelle acque di Marbella, nel sud della Spagna, a solo pochi metri da una barca. Come è facile immaginare, il video dell’incontro, girato dalla società AquaTime e prontamente postato su Instagram, ci ha messo una manciata di minuti a fare il giro del mondo.
Ora, per chiunque non sia particolarmente avvezzo a questo tipo di discorsi, la cosa più importante da sapere è che lo squalo elefante, come il nome può facilmente suggerire, è il secondo pesce più grande al mondo dopo lo squalo balena. Per fortuna, nutrendosi quasi esclusivamente di plancton, questo tipo di pescecane non risulta essere in alcun modo pericoloso per gli uomini, sebbene questa informazione, rispetto ai dieci metri di lunghezza massima che questi "mostri" marini possono raggiungere, immaginiamo poco possa rispetto a un considerevole spavento qualora ci si trovi nelle loro vicinanze.
In realtà, negli ultimi anni sono stati molteplici gli avvistamenti di squalo elefante in Italia, l'ultimo dei quali anche abbastanza di recente. Il 26 gennaio di quest'anno, durante una regata organizzata dalla Lega Navale di Gallipoli un esemplare, lungo oltre dieci metri, di squalo elefante è stato avvistato a circa due chilometri dalla costa, mentre nuotava placidamente in direzione di Santa Caterina. Anche in quel caso l'evento è stato documentato da video girati dai partecipanti e ha suscitato grande entusiasmo tra i presenti. In dialetto locale, questi squali sono chiamati "mignose" e la loro presenza è considerata un indicatore positivo della salute dell'ecosistema marino. Nel marzo 2024, un altro squalo elefante, lungo circa 8 metri, è stato avvistato tra Santa Croce e Marina di Aurisina, nel Golfo di Trieste. Si trattava del primo avvistamento in quella zona dal 2015.
Nonostante le loro dimensioni titaniche, gli squali elefante tendono a passare inosservati, complice il loro nuoto lento e silenzioso e l’abitudine di nuotare vicino alla superficie con la bocca spalancata in cerca di plancton. È anche per questo che gli avvistamenti, per quanto emozionanti, restano eventi piuttosto rari: non perché questi giganti siano assenti dalle nostre acque, ma perché spesso sono semplicemente... discreti. Ma dove si trova, quindi, lo squalo elefante (o meglio, dove vive)? In realtà, le coste italiane, in particolare quelle dell’Adriatico e del Tirreno meridionale, rappresentano rotte di passaggio ideali nei mesi più caldi, quando il plancton abbonda e il Mediterraneo offre condizioni ideali per la loro migrazione stagionale.
Ora che abbiamo scoperto dove vive e dove si trova normalmente lo squalo elefante, la buona notizia - per chi magari si stava già chiedendo se fosse il caso di cancellare le vacanze al mare - è che nuotare accanto a uno squalo elefante è, per chiunque abbia il sangue freddo di non scappare urlando, un'esperienza assolutamente pacifica e indimenticabile. In alcuni casi, questi colossi sembrano addirittura incuriositi dalla presenza umana, e si lasciano osservare a distanza relativamente ravvicinata. Nessuna pinna minacciosa di spielberghiana memoria quindi, nessun attacco da film horror: solo una danza lenta e antica, che ci ricorda quanto il nostro mare sia ancora capace di meravigliare – se solo abbiamo il coraggio (e la fortuna) di guardarci dentro.
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