La pigrizia alimentare inizia nei supermercati - Foto Shutterstock di paul saad

Pigrizia alimentare: di mandarini venduti sbucciati e uova già sode

Atmosfera protettiva: l'umanità in vaschetta e la cultura del "prêt à mordre"
A cura di Carolina Tocci
Articolo pubblicato il:
23 Settembre 2025

La pigrizia alimentare è uno dei mali del secolo. C’era un’epoca, e non parlo del Medioevo, ma di una manciata di anni fa, in cui le persone si sedevano a tavola, prendevano un frutto e – udite udite – lo sbucciavano da sole. Oggi, invece, scorrendo velocemente lo sguardo mentre guido con passo deciso il carrello del supermercato che, naturalmente, ha una ruota sbilenca e per farlo andare dritto serve la forza che ci vuole a mantenere la rotta su una barca a vela con un mare grado 6, noto che nel reparto fresco del supermercato, vendono cose incredibili come i chicchi di uva sfusi in una vaschetta - quindi non attaccati al graspo - e i mandarini sbucciati. Per di più, già a spicchi.

Comodità o pigrizia?

Mandarini già sbucciati e venduti a spicchi nei supermercati - Foto Carolina Tocci

A questo punto, il problema della scarsa manovrabilità del carrello passa immediatamente in secondo piano. La scusa ufficiale per giustificare questa cultura del prêt à mordre è il “risparmio di tempo”. Perché, si sa, viviamo vite talmente frenetiche, che non possiamo permetterci quei ventidue secondi necessari a togliere la buccia di un mandarino o a staccare gli acini dal graspo. Quindi non è pigrizia. È comodità.

Il pensiero che qualcuno abbia sbucciato quel mandarino vi ha sfiorato? E non vi fa orrore? A me la frutta la sbucciavano i miei quando ero piccola. Poi basta. E la sola idea che uno sconosciuto qualunque abbia manovrato il mandarino che potrei mangiare, mi fa ribrezzo. Stessa cosa vale per l'uva. Questioni igieniche a parte (ah, in una nota catena di supermercati, di cui non dirò il nome, vendono anche confezioni di due uova già sode: orrore al cubo!), la riflessione è andata sula regressione mentale e sociale che tutto questo rappresenta. Quella che ci viene venduta come l’ennesima conquista del progresso, dunque, non è tanto l’acqua su Marte, ma il cliente finale della catena alimentare che non si profuma più le mani con la buccia del mandarino. In pochi anni siamo stati capaci di trasformare un atto millenario in un lusso da delegare a qualcun altro.

Siamo sempre stati alimentarmente pigri?

Stiamo perdendo alcuni gesti rituali, come quello di sbucciare i cibi - Foto Shutterstock di Pixel-Shott

La pigrizia alimentare non è una novità. In fondo l’obiettivo è sempre stato lo stesso, da millenni: ridurre il tempo che passa tra la fame e la soddisfazione della stessa. Ma negli ultimi anni è successo qualcosa di diverso: delegando la preparazione di alcuni cibi, abbiamo delegato anche il gesto. E un gesto che sparisce, è anche relazione che sparisce. Sbucciare un mandarino o bollire un uovo erano rituali minimi, momenti di contatto fra noi e ciò che ci nutre. Un ultimo baluardo di intimità domestica.

E, mentre ci crogioliamo nella convinzione di aver risparmiato tempo prezioso, comprando quella vaschetta di uva, non riflettiamo sul fatto che abbiamo trasformato la nostra pigrizia alimentare in valore aggiunto: l'uva costa 5 euro al chilo. I chicchi di uva staccati dal graspo, 8,50. La differenza di prezzo, piuttosto sostanziale, la chiamano “servizio”. In realtà si tratta di ottundimento, torpore collettivo, anestesia cognitiva diffusa... Insomma, niente di bello. E l'impoverimento non è solo economico, perché paghiamo di più la stessa cosa, rimanovrata prima di essere confezionata, l'impoverimento è anche sociologico. Ci stiamo perdendo i gesti. E i gesti, si sa, sono cultura.

In un bar, accanto a cornetti e brioche, anche delle fette di pane già con burro e marmellata. Foto Carolina Tocci

Intanto, mentre prendo un cappuccino in un bar di Roma, il mio occhio cade sulla vetrina che ho davanti dove, oltre a cornetti e altri prodotti da forno, ci sono anche delle fette di pane già imburrate e spalmate di marmellata. Anche queste prêt à mordre. Dell'insalata in busta parliamo un'altra volta.

Sipario.

Vuoi di più? Estendi il tuo mondo digitale con la nostra app – scaricala subito!

Carolina Tocci
Direttore Responsabile

Giornalista, editor e consulente editoriale, il suo mondo sono i contenuti. Crede nella libera informazione e nel potere salvifico del cinema e di un testo scritto come si deve. In costante bilico tra idealismo e pragmatismo, ama le storie non ancora raccontate e la cultura in ogni sua forma.

OLTRE L'ESPERIENZA
Seguici sui nostri canali social
Contatti
+39 349 930 5336
KuriUland, prima di pubblicare foto e video, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne l’appartenenza o il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi.
Per segnalare alla redazione eventuali errori nell’uso del materiale, scriveteci a magazine@kuriu.it, provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi. KuriUland è una testata registrata al Tribunale di Roma con il n° 38 del 07 Marzo 2023.
OLTRE L'ESPERIENZA
Seguici sui nostri canali social 
cross