Cammino di Larth
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Il Cammino di Larth: tutte le tappe del trekking nella Tuscia

Itinerario etrusco tra Orvieto, Bolsena e Civita di Bagnoregio
A cura di Barbara Balestrieri
Articolo pubblicato il:
20 Agosto 2024

Era un guerriero etrusco vissuto nel V secolo, Larth, detto “l’intrepido” per il suo proverbiale coraggio. Rispettato e onorato dalla comunità di Velzna, l’attuale Orvieto, si ritagliò il suo posto nella storia sbaragliando nemici e combattendo in prima linea nelle milizie, al punto da guadagnarsi una sepoltura eroica nella necropoli urbana del Crocifisso del Tufo, suggellata da una tomba imponente e da un cippo funerario oggi visibile nel Museo Claudio Faina della città, in piazza Duomo. Un polo che rappresenta non solo una meta di interesse archeologico, ma anche il traguardo del nuovo e immersivo itinerario di trekking, inaugurato a ottobre 2023, che del guerriero ispiratore, nonché simbolo del luogo, porta il nome.

Percorso ad anello lungo 60 chilometri, il Cammino di Larth valorizza la scoperta del prezioso triangolo formato da Orvieto, Bolsena e Civita di Bagnoregio, icone senza tempo della Tuscia congiunte così, fisicamente e idealmente, da un filo rosso che rende omaggio alla ricchissima identità di questo territorio a cavallo tra Umbria e Lazio e ai suoi valori artistici, culturali, naturalistici ma anche spirituali. La prima tappa, infatti, ricalca il tracciato originario compiuto nel 1263, secondo la tradizione religiosa, per trasferire nella città del Duomo il Sacro Lino del Miracolo Eucaristico di Bolsena. Ciononostante, il cammino mantiene una vocazione laica ed escursionistica, votata all’esplorazione di alcuni siti di grande attrattiva e di importanza comunitaria, dal pozzo di San Patrizio alla Basilica di Santa Cristina di Bolsena, fino alla valle dei calanchi, scenografia crepuscolare di impensabile bellezza in cui si staglia la “Città che Muore”, Civita di Bagnoregio.

Il Cammino di Larth: tutte le tappe

Accessibile a tutti, principianti inclusi, il Cammino di Larth si snoda attraverso antiche strade romane, tratti della via Francigena e della via Romea Germanica, senza mai superare i 600 metri sul livello del mare, il che lo rende privo di particolari insidie e percorribile in ogni stagione dell’anno. Un motivo di richiamo non indifferente per turisti e appassionati, come sottolineato nel corso della sessantesima edizione del TTG Travel Experience di Rimini, che ha sancito il battesimo dell’itinerario. Da programma, servono tre giorni per completarlo, ma tempi e pernottamenti notturni sono nelle mani dei viandanti: i più tradizionalisti potranno affidarsi alle precise insegne senza indugiare oltre, mentre i meno rigorosi potranno decidere di perdersi – e ritrovarsi – nel cuore verde l’Italia.

Da Orvieto a Bolsena

Cammino di Larth
Duomo di Orvieto. Shutterstock by Croci Masino

Distanza: 21 Km

Difficoltà: media

La partenza è dalla città millenaria che si erge su una rupe di tufo, contraddistinta dal maestoso Duomo, capolavoro e paradigma del gotico italiano: è qui, presso il Museo Faina, che si ottiene la credenziale per cominciare il percorso, lo stesso che – seppur in senso opposto – seguì la solenne processione del 1263 per accompagnare il Corporale da Bolsena a Orvieto, e che è oggi suddiviso in tre sentieri segnalati dal CAI con i numeri 821, 810 e 812. In giornata si arriva a Bolsena, cinta dalla cornice esclusiva dell’omonimo lago dalle acque smeraldine e dominata dalla rocca Monaldeschi, dimora della famiglia orvietana che per trecento anni controllò il territorio.

Da Bolsena a Civita di Bagnoregio

Cammino di Larth
Rocca Monaldeschi. Shutterstock by Angelo D'Amico

Distanza: 19 km

Difficoltà: media

Si riparte assaporando la più longeva e amata tra le strade d’Europa, la via Francigena, che per sei chilometri farà compagnia ai viandanti, fino al Parco di Turona, sito archeologico e naturalistico immerso nel paesaggio verdeggiante tipico dei monti Vulsini. Boschi e pascoli saranno da qui i protagonisti assoluti del percorso, per poi lasciare spazio allo spettacolo ai calanchi e allo scenario surreale rappresentato da Civita di Bagnoregio – “la Città che Muore”, nelle parole dello scrittore Bonaventura Tecchi che vi trascorse la giovinezza –, risultato di fenomeni di erosione e per questo sempre in (impossibile) equilibrio sulla sua collina d’argilla, tanto fragile da sembrare sgretolarsi a ogni sguardo. Accessibile tramite un’unica strada in cemento, l’incanto del decadente borgo sospeso nel vuoto ripaga qualsiasi sforzo.

Da Civita di Bagnoregio a Orvieto

Cammino di Larth
Orvieto. Shutterstock by Kondor83

Distanza: 19 Km

Difficoltà: media

Il cammino di ritorno si snoda su un tratto di via Romea Germanica, in aperta campagna, per poi esaurirsi con i sentieri CAI identificati dai numeri 815 e 821. Così, una passeggiata tra storia e natura conclude l’itinerario, che, come vuole l’anello, termina nell’esatto punto della partenza, in piazza Duomo, al Museo Faina, dove gli escursionisti potranno ricevere l’attestato del cammino, in modo da conservare un ricordo – di certo non l’unico, ma il solo tangibile – di un’esperienza che, ad oggi, ha già conquistato centinaia di adesioni, mostrando anche la sua capacità di ergersi a modello di promozione interregionale grazie a una formula in cui scoperta lenta del territorio e sostenibilità si fondono indissolubilmente.

La guida del Cammino di Larth

Il Cammino di Larth è nato come iniziativa privata da parte delle guide escursionistiche Luca Sbarra ed Emanuele Rossi e di Claudio Lattanzi, titolare di Intermedia Edizioni, casa editrice che all’itinerario ha dedicato una guida completa di un elenco delle convenzioni in atto con le attività che collaborano con il progetto offrendo prezzi agevolati per i viandanti e ricca di approfondimenti sui numerosi siti di interesse lungo la strada. Un invito a lasciarsi stupire dalle meraviglie nascoste che il Bel Paese non smette mai di offrire. Basta solo sapersi fermare.

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Barbara Balestrieri
Redattrice

Nata a Roma, laureata in Editoria e Scrittura e con un master in giornalismo multimediale, confida nelle parole come strumento di apertura verso il mondo e da sempre ama metterle nero su bianco. Affascinata dai racconti, che siano letterari, artistici o cinematografici, e dalle culture, vicine e lontane. Tallone d’Achille: i video con cani e gatti.

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